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Vi presento il rugby dei Bufali Rossi di Parma

Vi presento il rugby dei Bufali Rossi di Parma

Un progetto sportivo di Rugby Colorno e associazione Sostegno Ovale per offrire momenti di aggregazione e socializzazione a chi soffre di fragilità di carattere psicologico o psichiatrico

di Mirko Melandri

PARMA – Giocare a rugby per sopperire alla carenza di momenti di aggregazione e socializzazione per quei giovani e meno giovani che, per svariate ragioni, riscontrano difficoltà e fragilità di carattere psicologico o psichiatrico. È quanto si prefigge il “Bufali Rossi Team”, un progetto nato grazie a Rugby Colorno, in provincia di Parma, e associazione Sostegno Ovale che fa dello sport di gruppo uno strumento di comunicazione e di apertura verso gli altri, anche nella semplice condivisione delle regole. Qui di seguito riportiamo la testimonianza del giocatore Davide Sorrentino, portavoce della squadra, e le parole del presidente del Rugby Colorno Stefano Cantoni.

Davide Sorrentino, quando e perché sei entrato nei Bufali Rossi?
«Mi sono inserito all’inizio del progetto di Sostegno Ovale nel 2014. Ho cominciato grazie al suggerimento e al consiglio di alcuni infermieri amici».

Cosa ti piace di più di quest’esperienza?
«L’amicizia, il rispetto e il divertimento. Mi piace stare insieme ai miei compagni, mi piace questo sport e mi piace sapere che c’è uno spazio – la Club House – dove possiamo stare insieme anche senza giocare».

Che rapporto hai con i compagni e con lo staff?
«Con i miei compagni ho un buon rapporto. Con molti ragazzi ci conosciamo da tanti anni e ci alleniamo in armonia. Con lo staff ho ottimi rapporti e sto bene».

Qual è la meta più importante che hai segnato? E il placcaggio è difficile?
«Mi piace sottolineare due mete, non una sola. Le ho realizzate durante il torneo di aprile organizzato dal Rugby Colorno e da Sostegno Ovale. Il placcaggio invece è fondamentale in questo sport e stiamo lavorando per migliorare».

Se avessi modo di parlare con qualcuno che si trova in un momento di difficoltà emotiva e/o di disagio di altro genere, consiglieresti di cimentarsi nel rugby? Perché?
«Sì, glielo consiglierei e lo inviterei a trascorrere un pomeriggio con noi, perché mentre ci alleniamo condividiamo momenti di amicizia ma anche momenti brutti cercando di supportarci a vicenda».

Che benefici dà uno sport come il rugby?
«Mi fa stare bene. All’inizio avevo paura... Ora invece sto cercando di continuare perché, dopo ogni allenamento o torneo, mi sento più forte».

Descrivi un classico terzo tempo*...
«Il terzo tempo non è mai uguale, ma quello che ricordo meglio è quello a Pontedera perché, anche da lontano, abbiamo seguito la squadra under 19 del Rugby Colorno che disputava la finale scudetto e che ha vinto per il secondo anno consecutivo. Con i miei compagni abbiamo guardato questa grande vittoria e ci siamo sentiti parte di un gruppo. È stato molto bello».

Presidente Cantoni, come nasce l'idea di formare la squadra dei Bufali Rossi? E quando?
«Nel 2013, grazie alla volontà della società Rugby Colorno, di una psicologa e di un gruppo di genitori (volontari) convinti che il rugby non fosse solo uno sport ma anche una metafora della vita, è nata l’associazione Sostegno Ovale. Il sostegno tra i giocatori aiuta ad affrontare e a superare gli ostacoli che si presentano imprevedibilmente, come imprevedibili sono i rimbalzi della palla ovale. L’anno successivo si è formata la squadra dei Bufali Rossi».

Come mai avete scelto proprio il rugby?
«Nel rugby nessuno è lasciato solo: è uno sport che si fonda sull’inclusione, sull’amicizia, sul supporto del gruppo e sul gioco di squadra. Inoltre, come tutte le attività motorie, ha la capacità di aiutare i ragazzi a riprendere e a mantenere un contatto positivo con la comunità e con se stessi».

Come vi rapportate con il Centro di salute mentale?
«Abbiamo all’interno del gruppo una psicologa che partecipa a tutti gli allenamenti e ai tornei. Lei è il nostro punto di riferimento con il Centro di salute mentale».

La squadra partecipa a un campionato?
«La squadra fa parte della Rete nazionale rugby integrato. Sul territorio italiano ci sono altre realtà simili. L’intento delle società sportive e delle varie associazioni è di incontrarsi e creare dei tornei, con l’obiettivo di far interagire i gruppi e le squadre. Sono momenti di gioco ma anche di interazione, di scambi di vita e di emozioni. E il terzo tempo, vissuto insieme, aiuta i ragazzi a conoscersi meglio».

*Nel rugby il terzo tempo è il tradizionale incontro dopo-gara tra i giocatori delle due squadre. Inteso come momento conviviale e mangereccio, il terzo tempo è da sempre un momento di socializzazione in cui spesso partecipano anche le famiglie dei giocatori e, talora, perfino i tifosi.

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il sito della Consulta regionale per la Salute Mentale dell’Emilia-Romagna


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